[Dizionario autocritico della militanza] Z – Zine

Con la Z, termina la pubblicazione del Dizionario autocritico della militanza, iniziata sul blog lo scorso 22 aprile, con l’introduzione, e pubblicato su Laspro nel numero 32. Qui l’intero dizionario, che intanto ha avuto anche una sua dimensione live, durante i reading. 

Z – ZINE

Una volta c’erano le fanzine e sono ancora vive e vegete. Tutto è cominciato negli anni Sessanta con la rivoluzione del DIY. Le prime, quelle storiche, sono le più punk. Il linguaggio e i materiali sono essenziali: carta, collage, penne, colori, colla, spillatrici e forbici. Quanto basta per creare, impaginare e distribuire come si può. La controcultura in ogni angolo del pianeta si esprime così e non ha mai smesso di farlo. Controinformazione e creatività, due C, come in Creative Commons, i contenuti e il contenitore sono liberi, autoprodotti. Adesso ci sono anche le e-Zines ma la carta regna, perché ha un odore che nessun chip potrà mai sostituire. Anche Laspro è a suo modo una fanzine.
Smanettiamo le nostre teste per due mesi, ci scriviamo una media di 30 mail al giorno per assemblare ogni numero, poi lo finanziamo con i reading e gli abbonamenti, distribuiamo come possiamo e accogliamo contributi di scrittori, illustratori e fotografi. Facciamo quello che possiamo con cuore, incoscienza e ironia.
Abbiamo finito co’ ‘sto Dizionario? Possiamo andare in stampa adesso? Daje!

laspro35 prima

[Dizionario autocritico della militanza] V – Vegano

Pubblichiamo, lettera dopo lettera, il Dizionario autocritico della militanza, uscito su Laspro numero 32 (aprile/maggio 2015). Qui l’introduzione. Se vi ci riconoscete, lo contestate, se volete proporre o scrivere altre voci del Dizionario, commentate o scrivete a lasprorivistaletteraria@gmail.com

V – VEGANO

SAMSUNG ELECTRONICS

Un altro mondo è possibile, uno slogan che da Seattle 1999 in poi ha unito nella lotta tante tribù di ribelli metropolitani e planetari, veri o sedicenti tali. Un altro mondo è possibile anche per i vegani, particolare tribù culinaria e degustativa inserita a vario titolo nell’universo movimentista. Tribù che si colloca preferibilmente in alternativi locali situati in quartieri da movida notturna (dopo apericena, ovvio), o in centri sociali dalle migliori o peggiori tradizioni da scontro sociale.
Te li ritrovi seduti con il loro look ricercatamente disordinato durante cene di sottoscrizione per compagne/i processati/e e, tra un trionfo di cannellini e un risotto rigorosamente verde, ne scruti linguaggi e movenze nel tentativo di scoprire i loro bisogni e le loro vere o presunte istanze di lotta. Così capisci che i vegani stanno ai vegetariani come il partito comunista d’Italia stava ai socialisti già corrotti dal virus riformista ai tempi del congresso di Livorno del 1921. E, andando ancora più a fondo, ti accorgi che questi vegani non rappresentano neanche il limite ultimo dell’estremismo culinario. Oltre ci sono i crudisti e, ancor più oltre, ci sono i fruttariani simbiotici. Personaggi, questi ultimi, che mangiano soltanto frutti colti direttamente dagli alberi.
Alieni a ogni compromesso sarebbero definiti sui poco originali quotidiani nazionali come autonomi, antagonisti o anarcoinsurrezionalisti. Poco disposti a qualsiasi trattativa istituzionale, figuriamoci col fruttivendolo di turno che magari vuole mollargli una mela macrobiotica spacciandola come appena caduta da un albero. E mentre perdi quel poco di senno che ti resta mandando giù un vino necessariamente biologico, ripensi a quanto avesse ragione quel buontempone di Mao quando sosteneva che la rivoluzione non è un pranzo di gala.

[Dizionario autocritico della militanza] U – Unità

Pubblichiamo, lettera dopo lettera, il Dizionario autocritico della militanza, uscito su Laspro numero 32 (aprile/maggio 2015). Qui l’introduzione. Se vi ci riconoscete, lo contestate, se volete proporre o scrivere altre voci del Dizionario, commentate o scrivete a lasprorivistaletteraria@gmail.com

U – UNITÀ

unità«A’ compa’, qua le contraddizioni del capitale stanno a usci’ fuori e il sistema sta a implode dall’interno. Noi come classe dovemo agi’ pe’ rende sempre più evidente la nostra azione de contrasto sui posti di lavoro, tra i disoccupati, dentro ai quartieri. Ma pe’ fa’ questo ce vole unità. La classe deve da esse unita, ora che la bestia del capitale sta a soffri’ e se contorce e proprio per questo se fa sempre più feroce è n’attimo che le forze della repressione ce disperdeno. Quando attaccano uno è come se attaccano tutti. Per questo alla manifestazione nazionale faremo lo spezzone dei Comitati Unitari Autonomi Popolari. Dovemo pija’ la testa del corteo. Dovemo da esse uniti. E se qualcuno se mette in mezzo, specialmente de quei stronzi dei Movimenti Territoriali di Base Autonomi, je dovemo mena’. Uniti».

[Dizionario autocritico della militanza] Tutte e tutti

Pubblichiamo, lettera dopo lettera, il Dizionario autocritico della militanza, uscito su Laspro numero 32 (aprile/maggio 2015). Qui l’introduzione. Se vi ci riconoscete, lo contestate, se volete proporre o scrivere altre voci del Dizionario, commentate o scrivete a lasprorivistaletteraria@gmail.com

tuttT – TUTTE E TUTTI

«È stata proprio una bella serata. Grazie a tutt@».
«Pasqua’, non s’è capita la vocale finale».
«Era ‘na chiocciola».
«Sì ma quando parli mica te poi magna’ ‘na vocale perché t’immagini ‘na chiocciola».
«Ho capito. Grazie a tutt*».
«E mò che cazzo era?»
«L’asterisco, va di moda».
«Aho ma che sei imbecille?»
«Grazie a tuttx».
«Nun se capisce!»
«Era ‘na icse, è più alternativo».
«Pasqua’, me stai a pija pe’ culo, ve’?»
«Ma secondo te che cazzo devo fa’, ‘na formula matematica? Grazie a tutt@+*(x-y)=@*x».
«Pasqua’, tu stai esaurito. Ma che cazzo te costa di’ grazie a tutte e tutti? Stai a parla’ davanti alla gente, cristo».
«Se vabbe’, così ogni frase diventa un teorema, un maschile de là, un femminile de qua, pe’ fa’ un ringraziamento famo mattina».
«Te nun stai bene Pasqua’, hai rotto er cazzo pe’ mesi co’ sta storia de tutte e tutti e mò te stai a incarta’ de brutto. Mica è difficile, eh!»
«Aho ma mó m’avete rotto proprio li cojoni, tutti…e tutte!»
«Bravo Pasqua’, ce sei riuscito!».

[Dizionario autocritico della militanza] S – Sampietrino

Pubblichiamo, lettera dopo lettera, il Dizionario autocritico della militanza, uscito su Laspro numero 32 (aprile/maggio 2015). Qui l’introduzione. Se vi ci riconoscete, lo contestate, se volete proporre o scrivere altre voci del Dizionario, commentate o scrivete a lasprorivistaletteraria@gmail.com

sanpietrini1-2S – SAMPIETRINO

«Ammazza come pesa! Ma non ci sono quelli più piccoli…? Seee, e dovrei arrivare fino lì in fondo? Non ce la farò mai… Se va bene arrivo a tre metri da me… Forse è meglio se mi avvicino un po’… No, no. E se poi mi beccano? Mai sia… Guarda quello come lancia! Che stile… e che mira! Allora faccio come lui: rincorsa, slancio indietro quasi a toccare terra e via! Scattare come una molla… Vado! Allora… Uno, due, tre… eeeee LANCIO!
… … …
Ecco… Lo sapevo… Che figura di merda!».

[Dizionario autocritico della militanza] R – Reddito

Pubblichiamo, lettera dopo lettera, il Dizionario autocritico della militanza, uscito su Laspro numero 32 (aprile/maggio 2015). Qui l’introduzione. Se vi ci riconoscete, lo contestate, se volete proporre o scrivere altre voci del Dizionario, commentate o scrivete a lasprorivistaletteraria@gmail.com

Totò-in-Miseria-e-NobiltàR – REDDITO

A seguire cena sociale. 15 euro menu fisso + 10 euro se compri pure il libro appena presentato. Facoltativo? Abbastanza obbligatorio.
Sottoscrizione libera 5 euro. Senti ti do 2 euro, con gli altri 3 mi ci prendo una birra. E no, e no, non ci siamo proprio. Ingresso + degustazione enogastronomica a chilometro zero, 20 euro. Oh, rega’, voi andate, tranquilli, io trovo altro da fare. Il banchetto della sottoscrizione è una barriera implacabile.
«Compa’, la vedi la fila dietro di te? Ci aspettiamo tremila persone stasera, non è che posso sta a senti’ la vita tua. Che non ci si può credere che non ce li hai almeno dieci euro in tasca da donare alla causa. Ma che davvero non ce li hai, non ti credo, a’ pezzente, a’ purciaro!» gli urlarono dietro prima di tornare in piazza a chiedere il reddito sociale.

[Dizionario autocritico della militanza] Q – Quartieri

Pubblichiamo, lettera dopo lettera, il Dizionario autocritico della militanza, uscito su Laspro numero 32 (aprile/maggio 2015). Qui l’introduzione. Se vi ci riconoscete, lo contestate, se volete proporre o scrivere altre voci del Dizionario, commentate o scrivete a lasprorivistaletteraria@gmail.com

graQ – QUARTIERI

«E di che zona sei tu?»

«Ah… sì, sì la conosco…»

«No, non ci vengo mai nel tuo quartiere e nemmeno nel vostro centro sociale…»

«E perché, mi chiedi!?»

«Perché trent’anni fa uno del tuo centro sociale ha fatto un’infamata a un altro del mio collettivo, che non ho mai conosciuto perché nel frattempo è morto di vecchiaia. Hai capito adesso perché non frequento il tuo quartiere? Siamo in rotta da allora…»
… … …
«Perché ridi?».

[Dizionario autocritico della militanza] P – Palestina

Pubblichiamo, lettera dopo lettera, il Dizionario autocritico della militanza, uscito su Laspro numero 32 (aprile/maggio 2015). Qui l’introduzione. Se vi ci riconoscete, lo contestate, se volete proporre o scrivere altre voci del Dizionario, commentate o scrivete a lasprorivistaletteraria@gmail.com

P – PALESTINA

kefiaVa bene mettere lo zaatar pure sulla porchetta. Va bene la kefiah e le foto con le dita a V al matrimonio di tua cugina. Sono d’accordo che la dabka mette addosso più energia dello zumba. E sì, alla fine segui giusto un paio di presentazioni di libri alla settimana, tagghi tutti gli amici ogni volta che metti una notizia dal tale villaggio in provincia di Tulkarem, invii un po’ di mail per firmare le petizioni su change.org contro la pulizia etnica dei beduini del Naqab e diventi viola ogni volta che senti parlare di Erri De Luca. È vero, esistono tante ingiustizie nel mondo ma quella della Palestina è troppo evidente, paradigmatica e poi alla fine non è che si può seguire pure quello che avviene in Sud Sudan. Però scusa, quando ti dico che il decreto Lupi toglie l’acqua alle occupazioni non te ne uscire con «vabbe’, però alla fine so’ abusivi…».

[Dizionario autocritico della militanza] O – Occupazione

Pubblichiamo, lettera dopo lettera, il Dizionario autocritico della militanza, uscito su Laspro numero 32 (aprile/maggio 2015). Qui l’introduzione. Se vi ci riconoscete, lo contestate, se volete proporre o scrivere altre voci del Dizionario, commentate o scrivete a lasprorivistaletteraria@gmail.com

O – OCCUPAZIONE

Illustrazione di Alex Lupei

Illustrazione di Alex Lupei

Tutto comincia nella tua camera. Hai 14 anni e Che Guevara ti guarda con aria severa da sopra il letto. Accanto a lui c’è Malcolm X che ti fa sentire una merda. Devi fare qualcosa: ti barrichi, la zona è interdetta agli adulti. «Non mi avrete mai come volete voi!». Loro non riconoscono la tua sofferenza.
Hai innescato il detonatore. Non tornerai mai più indietro.

[Dizionario autocritico della militanza] N – No

Pubblichiamo, lettera dopo lettera, il Dizionario autocritico della militanza, uscito su Laspro numero 32 (aprile/maggio 2015). Qui l’introduzione. Se vi ci riconoscete, lo contestate, se volete proporre o scrivere altre voci del Dizionario, commentate o scrivete a lasprorivistaletteraria@gmail.com

N – NO

NO

«Vuoi un po’ d’acqua?»
«No».
«Ti va un caffè?»
«No».
«Stasera andiamo al cinema?»
«No».
«Mi ami?»
«No».
«Secondo te, io ti amo?»
«No».
«Ti piace quello che scrivo?»
«No».
«Preferiresti essere cremata?»
«No».
«Ah, quindi vuoi essere seppellita?»
«No».
«Senti, ma non sai dire altro?»
«Sì: NOTav, NOMuos, NOPonte».