[Pop Corner] “Ai nostri amici”: un libro all’inseguimento dell’insurrezione continua

Fare inchiesta abitando le strade dove l’epoca si incendia

di Duka (da Laspro 34, novembre/dicembre 2015)

Per un borgataro come il sottoscritto, che consuma letteratura di genere e film western girati in estremo oriente (non c’entra un cazzo!, consiglio: Il Buono Il Matto Il Cattivo di Kim See Woon e Sukiyaki Western Django di Takashi Miike), un saggio politico che si apre con una citazione del bandito Jacques Mesrine – il public enemy number one – spacca!!!
Bastano queste due righe: «Non esiste un altro mondo. Esiste semplicemente un’altra maniera di vivere» per capire che Ai nostri amici, opera collettiva del Comitato Invisibile, è un libro scritto dove le strade si incendiano. Un volume che non emana odore stantio, come quelli seppelliti negli scaffali impolverati delle biblioteche, ma carta che sprigiona – pagina dopo pagina – il sapore della benzina e la puzza dei copertoni bruciati.
Pag. 2 DukaUna di quelle rare occasioni dove leggi un pippone con lo stesso piacere con cui ti spari un romanzo di Edward Bunker. Un testo che bandisce la noia e invita ad abitare l’infanzia. Capisci subito che gli autori sono compagni di gioco, stanno schierati dalla tua parte del campo. Quella degli oppressi del pianeta. Insorti – in questi anni di crisi – dentro la catastrofe. Una lettura che – all’interno della confusione regnante nelle aree antagoniste – ci voleva. Un saggio scritto con la consapevolezza che le insurrezioni per scoppiare non hanno bisogno di nessuno che le predica e le teorizzi. Continua a leggere

[Dizionario autocritico della militanza] Z – Zine

Con la Z, termina la pubblicazione del Dizionario autocritico della militanza, iniziata sul blog lo scorso 22 aprile, con l’introduzione, e pubblicato su Laspro nel numero 32. Qui l’intero dizionario, che intanto ha avuto anche una sua dimensione live, durante i reading. 

Z – ZINE

Una volta c’erano le fanzine e sono ancora vive e vegete. Tutto è cominciato negli anni Sessanta con la rivoluzione del DIY. Le prime, quelle storiche, sono le più punk. Il linguaggio e i materiali sono essenziali: carta, collage, penne, colori, colla, spillatrici e forbici. Quanto basta per creare, impaginare e distribuire come si può. La controcultura in ogni angolo del pianeta si esprime così e non ha mai smesso di farlo. Controinformazione e creatività, due C, come in Creative Commons, i contenuti e il contenitore sono liberi, autoprodotti. Adesso ci sono anche le e-Zines ma la carta regna, perché ha un odore che nessun chip potrà mai sostituire. Anche Laspro è a suo modo una fanzine.
Smanettiamo le nostre teste per due mesi, ci scriviamo una media di 30 mail al giorno per assemblare ogni numero, poi lo finanziamo con i reading e gli abbonamenti, distribuiamo come possiamo e accogliamo contributi di scrittori, illustratori e fotografi. Facciamo quello che possiamo con cuore, incoscienza e ironia.
Abbiamo finito co’ ‘sto Dizionario? Possiamo andare in stampa adesso? Daje!

laspro35 prima

Il corpo delle donne: l’estrema frontiera

di Patrizia Fiocchetti

Lo spazio, come lo ha dipinto la mano del sole, è deserto/Il tempo, come il luogo che si sbriciola fra le mie mani/e nei miei passi, è deserto/deserto il mio giaciglio, la mia testa e il mio cuore. Il mio sangue è tramortito/ (silenzio) Mi addentro nella mia solitudine, sotto la pelle. Nel silenzio, nella grazia del pianto. /E smuovo questo pesante spazio.

Nel suo libro Storia lacerata nel corpo di una donna, il grande poeta siriano Adonis mette al centro di questa composizione epica la voce di una donna che parla ai simboli poetici di natura e cosmo, del proprio corpo rivendicandone il ruolo decisivo per le sorti del mondo.
Versi potenti, dove le parole di Hagar, la madre di Ismail, Ismaele nella Bibbia, schiava e concubina di Abramo da lui ripudiata, sembrano esplodere dal suo sangue, dalla sua carne e acquistare un tono rivoluzionario: Amore, con tutti i precetti ad esso conseguenti ivi compreso la Vita, è l’arma contro ogni fondamentalismo, oscurantismo di religioni, poteri politici, governi (qui un’intervista a Adonis in occasione dell’uscita del libro).

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Guercino “Abramo caccia Hagar e Ismaele”, 1657, Pinacoteca di Brera (Milano)

Quando ho letto le reazioni scatenatesi all’indomani dei fatti di Colonia, mi è tornato in mente il senso del libro di Adonis e mi sono chiesta quanto siamo distanti tutti noi, ma soprattutto lontane noi donne da questa riflessione.
Riassumo: a Colonia nella notte di Capodanno si sono consumati atti criminali contro le donne, la dignità inviolabile dei loro corpi: uomini – soprattutto “arabi”, virgoletto per la genericità del termine – le hanno derubate ma, attingendo a vecchi metodi non estranei alle tradizioni nostrane di “mano morta” e pacche sul culo, le hanno importunate sessualmente. Continua a leggere