di Ali
Non è ancora spento il fuoco sulla Norman Atlantic, la nave partita da Patrasso e diretta ad Ancona, e c’è già chi attacca i “clandestini” a bordo della nave. Migranti e profughi, soprattutto afgani, iracheni e siriani, salgono a bordo di queste navi nel porto di Patrasso nascondendosi sui Tir, o anche sotto di essi, come raccontato qui da Ali, rifugiato afgano del gruppo RAR – Richiedenti Asilo Roma, su Laspro numero 4 (novembre/dicembre 2009). Secondo l’avvocato Fulvio Vassallo Paleologo, docente di Diritto di asilo e statuto costituzionale dello straniero all’università di Palermo, sul suo blog Diritti e Frontiere, “l’Unione Europea deve garantire a tutti i profughi in fuga da guerre e dittature che rimangono intrappolati in Grecia la possibilità di ingresso legale in altri paesi che applicano effettivamente le Direttive in materia di accoglienza, qualifiche e procedure, e che garantiscono la protezione dei diritti fondamentali della persona”. Questo è il viaggio di Ali, dall’Afghanistan a Roma, passando per Patrasso, ventuno volte (red. Laspro).
Certo che so cos’è Patrasso, ci sono stato per un anno a vivere là. Non nella città vera, ma nella città nascosta degli afgani, perché lì sono tutti afgani che si organizzano e ci vivono con quello che possono, coperte e cartoni e quello che trovano. Vivi lì con un po’ di soldi in tasca, io passando per l’Iran ho lavorato e ho preso trecento euro.
In Iran trovi lavoro facilmente, ma la vita per gli stranieri è impossibile. Se sei straniero devi sparire, la legge dello Stato è contro di te, gli abitanti sono tutti contro di te, non è nemmeno pensabile una voce o un giornale di stranieri là. E gli stranieri sono solo afgani o curdi, ci riconoscono facilmente. A nessuno straniero danno il permesso di soggiorno. Là vai e muori straniero.
Dall’Iran siamo arrivati in Grecia, lì ci hanno preso le impronte digitali e ci hanno dato un foglio che diceva che dovevamo andare via o fare domanda di asilo entro un mese. Ma tutti in Grecia dicono di andartene, che non si può restare là, e così decidiamo di andare in Italia a chiedere asilo. A Patrasso ogni giorno c’è qualcuno che prova a entrare in Italia. Ci mettiamo dentro i camion, se paghi ti organizzano tutto loro, ma nel mio caso per vivere ho finito i soldi che avevo e dovevo entrare nei camion di nascosto. Continua a leggere