[Bassa Fedeltà] Di tuffatori, ufficialini e fisici scomparsi: il ritorno di Flavio Giurato

di Ilario Galati (da Laspro 32 aprile/maggio 2015)

Se costretto con le spalle al muro dovessi fare il nome di un cantautore e uno solo – e non si capisce davvero chi dovrebbe mettermi al muro e rivolgermi una domanda così, ma in cuor mio so che prima o poi accadrà – io direi Flavio Giurato. Non il più bravo, il più poetico, il più intonato. No. Ma di sicuro il più irregolare, il più sottovalutato, il più misconosciuto. Insomma, uno diverso da tutti gli altri, che quasi ti verrebbe di mandarlo affanculo per come abbia centellinato le sue canzoni in un arco temporale di quasi quarant’anni. Ma dico, sai scrivere una roba come “Tu sei nel mio cuore dal torneo di Orbetello/quando è libecciato e non si è giocato” – per me il più bell’incipit della storia della canzone italiana – e mi/ci regali tre dischi dal 1978 a oggi? Peraltro mai ristampati?


Ho detto tre dischi? No, in realtà sono di più perché c’è anche Il Manuale del Cantautore, presentato in silenzio nel 2002, che ha il grande merito di aver riportato l’attenzione su un artista pressoché dimenticato. E soprattutto c’è La Scomparsa di Majorana, una nuovissima raccolta di canzoni appena pubblicata, che ci riconsegna un songwriter ancora profondamente diverso perché a se stante rispetto sia alla canzone d’autore di ieri che a quella contemporanea. Continua a leggere